Il libro percorre le vie del cibo, le sue motivazioni, le scelte delle persone ed i meccanismi che governano l'intero ciclo, dai presupposti della produzione alla trasformazione ed il consumo con il focus sulla "entropia" di questo mondo dovuta ai meccansmi che lo regolano ed ai nostri comportamenti a volte poco virtuosi. "Negentropia in cucina" e' un invito ad essere diversi, ad essere migliori, poichè, se è vero che il nostro corpo è fatto da ciò che mangia, beve e respira, allora a ragione possiamo dire che "siamo ciò che mangiamo e beviamo". Ma non si può disgiungere il fatto fisico da quello culturale, entrambe hanno bisogno e si interfacciano con l'altro.

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Si racconta che nell’Antica Grecia……..

Un giorno il Flosofo Diogene di Tarso della scuola degli “Epicurei” incontrando Crisippo di Soli, filosofo anche lui, ma appartenente alla scuola degli “Stoici”, si lamentava con questi della scarsissima qualità dei ristoranti di Tarso.

Crisippo, contraddicendolo, gli disse: 

- A me non risulta. Trovo eccezionali tutti i ristoranti della città di Tarso. Caro Diogene devi sapere che io ho un metodo infallibile per mangiare bene in qualunque ristorante vada.

- Amico Crisippo, svela anche a me questo segreto, gli disse Diogene.

- Semplice, digiuno almeno tre giorni prima. Sarà la fame il miglior condimento del ristorante dove andro’ a mangiare a fine del digiuno, gli disse Crisippo.

- Caro, Crisippo, cosi’ facendo tu non vai a mangiare ma vai a sfamarti e il tuo piacere sarà quello di soddisfare solo l’appetito del corpo e non anche quello dell’anima. Sfamarsi è un bisogno, Mangiare è una specie di 'avventura amorosa', nobile e romantica in cui non si è più capace di fare distinzione tra l'appetito del corpo e quello dell'anima.